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Papà Salcedo: “Balotelli? Non ho sentito gli ululati. A Verona Eddie si trova molto bene”

di Hellas Live

Pubblicato il : 5 Novembre 2019 - 12:09

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“Il primo gol di Eddie in Serie A? Io e mio figlio abbiamo vissuto una delle giornate più emozionanti della nostra vita. Balotelli? Non ho sentito gli ululati, ma va rispettato, ha dato e darà tanto all’Italia: bisogna cambiare mentalità”. Queste le dichiarazioni a La Stampa del papà di Salcedo, Antonio 44 anni, ingegnere elettronico ed ex giocatore di basket, nato in Colombia ma da anni a Genova (Sestri Ponente), dove Eddie, attaccante dell’Hellas cresciuto nel vivaio del Genoa, è venuto alla luce il primo ottobre 2001.

Signor Salcedo, come sta?
”Sono troppo contento. La settimana scorsa avevo in programma un viaggio in Colombia ma c’è stato un inconveniente e così per fortuna domenica ero a Verona. Non mi sarei mai perdonato di non esserci mentre Eddie faceva il primo gol in A con quel bel colpo di testa. In Colombia giocavo a basket, Eddie mi chiede spesso consigli sui movimenti nei salti, ha anche un fratello, Andres, che era un campioncino di salto in lungo: abbiamo nel sangue certi gesti atletici” 

Come avete festeggiato? ”In modo semplice: famiglia e amici. Dopo la partita mi ha detto: “Papà, portami subito a Genova, voglio stare un po’ a casa”. È molto legato alla sua città, come è lo è ancora al Genoa che lo ha cresciuto. Ma è normale, lui è genovese...”.


E italiano. Ha sentito le dichiarazioni dell’ultrà del Verona? Dice che Balotelli non è del tutto italiano...ma che anche nell’Hellas c’era in campo un “negro” che ha fatto gol ed è stato applaudito: che idea si è fatto?
“Allo stadio c’era tanto frastuono e non ho sentito i “buuu” per Balotelli, ma se lo hanno offeso mi spiace molto e anche Eddie era dispiaciuto. Balotelli è un giocatore forte, che ha fatto tanti gol in Nazionale. Bisogna capire che avere calciatori con origini diverse è una ricchezza, una forza in più, basta guardare la Francia. Anche Eddie ha giocato già nelle giovanili azzurre e per lui è stato un grande orgoglio. È legato alle sue origini in Colombia, ma è nato e cresciuto qui e si sente italiano”. 

Suo figlio è mai stato vittima di razzismo in campo?
“Devo dire che non ha quasi mai avuto problemi, anche a Verona si trova molto bene. Io però gli ho sempre detto che se succede qualcosa non deve reagire ma usare la rabbia nel gioco, nel calcio, e rispondere con giocate da campione”.
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