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La mia vita stravolta. Gioco per il Verona e mio fratello

di Hellas Live

Pubblicato il : 3 Agosto 2015 - 08:44

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Il difensore greco dell'Hellas Verona, Vangelis Moras, si racconta a La Gazzetta dello Sport.

“Pensavo che mio fratello ce la potesse fare, le cose stavano andando bene, lo aspettavo a Verona per l'ultima partita di campionato con la Juve. Poi a marzo ha fatto gli esami, i valori erano sballati: i medici hanno detto che la situazione era disperata e gli hanno permesso di lasciare l'Australia e tornare in Grecia, a Larissa. Purtroppo è finita male perché era una forma di leucemia rara e molto aggressiva, io ero compatibile al 100% ed il trapianto è una mossa che spesso si dimostra decisiva. È semplice, non è doloroso, non è invasiva. Spero che il mio gesto serva a dimostrare quanto sia importante aiutare gli altri, per questo mi sto impegnando con l'associazione donatori di midollo osseo di Verona e con la fondazione che sta nascendo in Australia: avrà una sede in Italia e sarà intitolata a mio fratello. Perché l'Australia? Dimitris era vacanza dai nostri cugini quando ha scoperto di essere malato. In Australia c'è una forte comunità greca che ha aiutato la mia famiglia ed è lì che è nata l'idea della maglietta di Superman che hanno poi indossato i compagni e lo staff tecnico durante la preparazione estiva di un anno fa. Fantastici, loro e tutte le persone che mi sono state vicine, anche fuori dal mondo del calcio. Come si riparte? Con il lavoro. Il fatto di non avere suoi ricordi in Italia mi sta aiutando molto a tenere la mente sgombra. Certo che la mia vita da quel giorno è stata stravolta. Ho capito in questi giorni qual è il vero valore delle cose, che è inutile incazzarsi per stupidate o inseguire soldi o l'ambizione quando poi è Dio a decidere il tuo destino, magari in pochi istanti. Giocherò con meno stress e dedicherò a Dimitris gli ultimi anni della mia carriera. Era un ragazzo di 35 anni forte, positivo. Se lo merita. Se giocava a calcio? Si, ha cominciato come me nel Larissa, poi ha dovuto smettere. Insieme abbiamo aperto una scuola calcio. Il mio incidente in macchina in Ungheria? Tornavamo dalla partita della Nazionale, ce la siamo vista brutta, anzi bruttissima. Una delle persone che viaggiavano sull'altra auto è morta nel frontale. Come va la preparazione del Verona? Con Pazzini, la squadra mi sembra più forte. Certo, ci sono giocatori nuovi, deve crescere ancora, trovare gli automatismi giusti. Con l'arrivo di Helander perdo il posto? Ma no, spazio ai giovani, per esempio Rafa Marquez... Io terzino? Eh no, chi ce la fa a correre così tanto. Alla mia età: il 26 Agosto saranno 34”.
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