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Zaccagni: “Ci giochiamo tutto in otto gare. Intanto dobbiamo andare a vincere a Cremona. Abbiamo le qualità per completare la rimonta”

di Hellas Live

Pubblicato il : 21 Marzo 2019 - 08:50

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“Sto bene, finalmente”. Mattia Zaccagni è tornato ed è pronto a dare il suo contributo per questo rush finale. “Siamo sempre in corsa, anche se il pareggio con l’Ascoli ci ha frenato. Peccato, perché venivamo da una grande partita a Perugia. Sabato c’è mancato qualcosa dal punto di vista dell’atteggiamento, ed è lì che dobbiamo migliorare. Ci giochiamo tutto in otto gare. E ci crediamo. Doveva andare meglio contro l’Ascoli ma nulla è compromesso - ha dichiarato Mattia Zaccagni a La Gazzetta dello Sport - La Cremonese dopo la sosta? Dobbiamo vincere. Dopo avanti con gli scontri diretti. Come si va in Serie A? Banalmente, non sbagliando mai. Il tempo non è molto, ma questo Verona ha le qualità per completare la rimonta. Brescia e Palermo le squadre più forti del campionato? Questo dice la classifica, per ora. Il Brescia mi ha impressionato per rendimento e continuità, mentre il Palermo non ha un identico impatto, eppure è lassù grazie all’esperienza e a una rosa di valore. Ce l’abbiamo anche noi, però. Non è finita. Grosso? Ho ricevuto tantissimo da un allenatore come lui. Ha una dote su tutte: valorizza le tue capacità, ci vede dentro e cava fuori quello che hai. Io ho iniziato la stagione stando dietro le quinte. Venivo da un lungo stop: l’anno scorso mi sono fermato per un problema al tendine rotuleo, ho dovuto operarmi. Così ho ripreso, di fatto, in ritiro a Primiero. Ho ricevuto la fiducia di Grosso, ha iniziato a impiegarmi più spesso, le cose sono andate bene - racconta Zaccagni alla rosea - La mia storia con l’Hellas? Il Verona mi prese dal Bellaria, qui adesso mi sento a casa, vivo in una città meravigliosa e gioco per una squadra unica. Sono cresciuto come giocatore, come persona. Devo molto all’Hellas. I miei riferimenti? La famiglia. Mio babbo Fabio, che se non si fosse fatto male a una gamba avrebbe potuto fare carriera da calciatore: era un’ala vecchio stampo, lo voleva il Cesena. Mia mamma Chiara, mia sorella Francesca. Sono sempre con me, seguono tutte le partite. La mia forza sono loro. Coda significa per me la Serie A? L’obiettivo da raggiungere. Perché Verona, la città, i tifosi, la squadra, tutti noi, beh, io dico che ce lo meritiamo. E stando insieme, uniti e forti, ci si va”.
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